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IN CORSO LA COP26: INNOVAZIONE TECNOLOGICA STRADA GIUSTA PER MITIGARE IL CLIMATE CHANGE, MA SONO NECESSARI PASSI AVANTI NEGLI INVESTIMENTI

Da oggi fino al 12 novembre, a Glasgow, è in corso la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la COP26. Sono attesi oltre 190 leader mondiali, ai quali cui si uniranno migliaia di negoziatori, rappresentanti di governo, imprese e cittadini. L’Italia, che co-presiede la COP26 con il Regno Unito, svolge e ha svolto un ruolo chiave in questi mesi, avendo anche ospitato la pre-COP26.

Questa conferenza è storica, un momento fondamentale per tracciare la rotta dei prossimi decenni e lasciare alle future generazioni un Pianeta sano e migliore.

La Conferenza riparte dall’Accordo di Parigi del 2015, quando i Paesi accettarono di collaborare per limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi centigradi. Un obiettivo che, se raggiunto, può salvare le nostre foreste, i nostri oceani e la nostra fauna selvatica. Durante COP26 ogni Paese presenterà quindi i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2030, che dovranno essere allineati al raggiungimento di un sistema a zero emissioni nette entro il 2050. Per questo motivo a luglio, la Commissione Europea ha presentato il pacchetto di proposte legislative, “Fit for 55”, per ridurre entro il 2030 di almeno il 55% le emissioni nette di gas serra rispetto al 1990, con obiettivo neutralità energetica entro il 2050.

L’Europa, intesa come entità geografica e istituzionale, tra le grandi potenze mondiali, sembra essere in prima fila per trainare il processo green. Infatti, nella Ue, ma non solo, molti paesi fanno ancora largo uso di fonti fossili e in particolare del carbone per produrre energia. In molti casi la decarbonizzazione rischia di mettere fuori mercato interi settori produttivi e di “bruciare” posti di lavoro. Perciò la Commissione ha finanziato con il bilancio pluriennale il Fondo per la transizione equa (Just transition fund).

La strada intrapresa, per un pianeta più pulito e sicuro, è quella giusta, ma passa ancora attraverso due importanti condizioni: un grande investimento in progetti innovativi e nuove tecnologie e una stretta collaborazione tra governi, società civile e imprese, che devono muoversi in sintonia per velocizzare il processo di transizione ecologica.

Nel Vecchio Continente questo presuppone un forte coordinamento sovranazionale e la capitalizzazione dei massicci finanziamenti a disposizione. Ma le politiche pubbliche non possono bastare e mettono in campo solo un terzo di quanto necessario, il resto deve arrivare dai privati, che vanno convinti dell’assoluta necessità di investire in questa transizione.

Per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero al 2050, le imprese europee devono raddoppiare la velocità di riduzione delle emissioni in questo decennio (entro il 2030). E per farlo si passa necessariamente dagli investimenti in progetti innovativi e nuove tecnologie, con soluzioni e opportunità differenti in base a domini e settori. L’innovazione tecnologica è la strada e in alcuni settori le tecnologie necessarie sono già disponibili e dovranno essere scalate rapidamente, mentre in altri devono ancora essere inventate.

Di certo, per l’ottimizzazione di molti processi produttivi è centrale l’impiego di nuove tecnologie tra cui: big data, realtà virtuale, Internet of things e Intelligenza Artificiale. Non a caso, al centro del dibattito nel  prossimo nostro TSD 2021, dal 24 al 26 novembre. La digitalizzazione può favorire l’introduzione di nuovi modelli di business, aumentare efficienza e competitività e con l’innovazione trasformare completamente i modi attraverso cui generare valore, occupazione e benessere per la società.

Ma per puntare sull’innovazione è necessario fare passi avanti sugli investimenti e tutti – Governi, Centri di ricerca, Università, investor e imprese – devono viaggiare in sintonia, per trovare risorse e mettere al centro la tecnologica, come volano per aiutare a trovare soluzioni d’impatto per mitigare l’effetto climate change.