Nanoparticelle per migliorare il segnale analitico
Introduzione
La possibilità di quantificare i marker diagnostici o biomarker ha un impatto enorme nella diagnosi precoce, sia da un punto di vista clinico che della ricerca. In tale contesto, l’elettrochemiluminescenza (ECL) viene considerata una delle tecniche più rilevanti per il rilevamento di tali molecole, anche in quantità molto basse. L’invenzione riguarda una nuova famiglia di particelle di silice che, drogate con luminofori, presentano un segnale elettrochemiluminescente notevolmente più stabile rispetto ad altri sistemi commerciali comunemente utilizzati.

Caratteristiche Tecniche
L’ECL vanta un eccellente rapporto segnale rumore permettendo in questo modo di raggiungere limiti di quantificazione molto competitivi anche in matrici reali. Al fine di aumentare ulteriormente la sensibilità, molti studi hanno cercato di combinare ECL con nanomateriali, come le nanoparticelle, usandoli come luminofori o co-reagenti. In particolare, le nanoparticelle di silice drogate con luminofori (DDSNP) sono di particolare interesse in quanto possono offrire diversi vantaggi in termini di sensibilità e prestazioni.
L’invenzione riguarda una nuova famiglia di particelle di silice che, drogate con luminofori, presentano un segnale elettrochemiluminescente notevolmente più stabile. L’approccio consente un elevato grado di drogaggio del luminoforo (circa 4800 complessi ogni nanoparticella), con limitate variazioni della carica superficiale delle nanoparticelle, consentendo così un’elevata emissione di ECL. Inoltre, la matrice di silice è in grado di aumentare la stabilità temporale del segnale ECL, aumentando ancora di più le prestazioni di queste nanoparticelle.
Possibili Applicazioni
- Sistemi di rilevamento basati su immunodosaggio.
Vantaggi
- Miglioramento dell’intensità di segnale;
- Preparazione semplice e versatile;
- Segnale stabile nel tempo.