MiRNA muscolari nella SMA: utilizzo come biomarcatori e terapia
Introduzione
L’atrofia muscolare spinale (SMA) è una malattia genetica relativamente rara caratterizzata da atrofia muscolare progressiva, paralisi flaccida, sviluppo intellettivo normale. Per valutare e auspicabilmente predire la risposta al trattamento dedicato a tali pazienti sono importanti i biomarcatori prognostici.
Il brevetto ha come oggetto l’identificazione e lo sviluppo di una metodica ad hoc per la determinazione dei livelli di 3 microRNA in campioni di siero di pazienti e controlli. I livelli sierici di questi miRNA sono correlati alla gravità della condizione del paziente. Questo li rende dei promettenti biomarcatori per la SMA.
È stato infine valutato il potenziale ruolo terapeutico della modulazione di questi in modelli murini SMA. L’inibizione del miR181a-5p ha determinato un aumento della sopravvivenza degli animali trattati rispetto ai controlli.

Caratteristiche Tecniche
I tre miRNA, identificabili tramite la metodica brevettata, sono risultati significativamente sovra-espressi nei pazienti SMA, e hanno mostrato una correlazione con la gravità della condizione.
Inoltre, la somma dei livelli dei tre miRNA consente di distinguere pazienti e controlli con alta sensibilità e specificità.
La disponibilità di trattamenti efficaci ha reso sempre più urgente l’identificazione di biomarcatori prognostici affidabili che consentono di stabilire la gravità clinica dei pazienti e possibilmente monitorare gli effetti del trattamento e identificare i soggetti con maggiore probabilità di risposta.
Possibili Applicazioni
- L’identificazione di 3 miRNA come biomarcatori prognostici specifici per la SMA fornisce un metodo utile per valutare la prognosi della SMA, monitorarne lo sviluppo e l’efficacia di un trattamento;
- L’uso dell’anti-miR-181a-5p può essere pensato come un trattamento da usare in associazione a composti che modulano i livelli di SMN nei pazienti.
Vantaggi
- L’uso di qRT-PCR assoluta per la quantificazione dei livelli di miR sierici ha ridotto la variabilità sperimentale rispetto agli assay commerciali di quantificazione relativa;
- I nostri dati sono stati ottenuti a partire da campioni umani e non da colture cellulari o modelli pre-clinici;
- Abbiamo dimostrato che il muscolo scheletrico svolge un ruolo nella fisiopatologia della SMA.