Formulazione di apomorfina per il trattamento del Parkinson
Introduzione
La malattia di Parkinson è una malattia cronica debilitante che colpisce circa l’1% della popolazione di età superiore ai 60 anni. L’apomorfina, come potente agonista dei recettori dopaminergici, è utilizzata per il trattamento di pazienti che sono diventati scarsamente responsivi al trattamento o hanno sviluppato effetti collaterali negativi associati al trattamento cronico con levodopa.

Caratteristiche Tecniche
L’ apomorfina, pur essendo un farmaco molto efficace, il suo effetto sulla somministrazione ai pazienti è limitato a 30-40 minuti. Questo a causa della sua alta instabilità, farmacocinetica limitata, bassa biodisponibilità e rapida clearance dal plasma; ad oggi è infatti necessario somministrare l’apomorfina per via parenterale, con modalità di somministrazione scomode e tecnicamente difficili. La formulazione proposta consiste in una nanostruttura polisaccaridica priva di tossicità in grado di inglobare l’apomorfina, garantendone la stabilizzazione ed il rilascio in ambienti fisiologici per oltre 24 ore a seguito di somministrazione per via orale.
Possibili Applicazioni
- Trattamento di pazienti affetti da morbo di Parkinson, scarsamente responsivi al trattamento con levodopa.
- Riduzione dei periodi di blocco motorio completo che colpiscono i pazienti affetti da morbo di Parkinson.
- Trattamento della malattia di Parkinson in aggiunta al trattamento standard, per poter ridurre la posologia di levodopa e le conseguenze dalla sindrome da cronica trattamento.
Vantaggi
- Stabilizzazione dell’apomorfina
- Utilizzo di nano-vettori privi di ogni forma di tossicità
- Rilascio prolungato del principio attivo
- Somministrazione per via orale dell’apomorfina