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Diagnosi non invasiva del rigetto acuto nel trapianto di organo solido

Biomarcatoridiagnosticametodo molecolarepazienti trapiantatirigetto acuto

Introduzione

I pazienti trapiantati devono essere monitorati da una serie di esami clinici, strumentali e di laboratorio, ripetuti regolarmente per evitare episodi di rigetto acuto, vissuti da circa il 30% dei pazienti. La tecnologia proposta consiste in un metodo basato sulla droplet digital PCR (ddPCR) per quantificare uno specifico biomarcatore nel sangue del paziente consentendo un monitoraggio accurato, precoce e rapido.

Caratteristiche Tecniche

Il metodo di scelta per valutare il rigetto acuto è la biopsia tissutale dell’organo trapiantato. Questo approccio, tuttavia, è molto invasivo e di conseguenza causa disagio e stress per il paziente. Inoltre, è caratterizzato da un importante grado di variabilità inter-operatore per la valutazione del grado di rigetto. Ciò può comportare un trattamento inappropriato con farmaci immunosoppressori che aumentano il rischio di infezioni, un’ulteriore complicanza potenzialmente pericolosa per la vita dgei riceventi. I nostri ricercatori hanno sviluppato un metodo basato sulla droplet digital PCR (ddPCR) per quantificare dd-cfDNA un biomarcatore costituito da frammenti di DNA rilasciati dalle cellule dell’organo trapiantato nel sangue del ricevente. Uno dei vantaggi di questo biomarcatore è che il dd-cfDNA si ottiene attraverso un semplice prelievo di sangue venoso. La ddPCR è un metodo che permette di ottenere risultati quantitativi e accurati con grande sensibilità e specificità. Rispetto alla tecnologia di sequenziamento di nuova generazione (NGS), la ddPCR è più economica e riduce i tempi di analisi.

Possibili Applicazioni

  • Monitoraggio non invasivo del rigetto acuto dopo trapianto di organi solidi, principalmente in ambito ospedaliero, ma applicabile anche nella ricerca.

Vantaggi

  • Monitoraggio non invasivo (basato su prelievo di sangue periferico);
  • Non è necessario condurre ulteriori indagini sui genomi del ricevente e del donatore poiché utilizza la tipizzazione HLA eseguita di routine prima del trapianto;
  • L’utilizzo di sonde specifiche progettate dai nostri ricercatori consente di includere potenzialmente qualsiasi coppia donatore-ricevente;
  • Tempi di analisi e costi ridotti rispetto alla tecnologia NGS.