Bio-printing per strutture 3D cellularizzate
Introduzione
La tecnologia proposta consiste in un metodo semplice ed innovativo per la preparazione di strutture tridimensionali (scaffold) cellularizzate con una geometria controllata, stabili in ambiente acquoso, ottenute con condizioni di processo non aggressive. Essa può trovare applicazione nel settore biomedicale e nell’ambito dell’ingegneria dei tessuti biologici.

Caratteristiche Tecniche
La tecnologia sviluppata propone la bio-fabbricazione di matrici tridimensionali (3D) porose (“scaffold”) cellularizzate, da utilizzare per la preparazione di modelli in vitro di tessuti umani o nella medicina rigenerativa. La tecnologia fa parte delle tecniche di bio-printing per “additive manufacturing” (AM), che permettono di stampare, strato su strato, matrici 3D porose, aventi una geometria controllata e riproducibile, in accordo ad un disegno CAD. Nel dettaglio, l’approccio proposto permette di realizzare costrutti 3D attraverso la microestrusione di un idrogel cellularizzato con caratteristiche self-supporting, biocompatibile e termosensibile, avente una transizione di fase dallo stato di sol allo stato di gel all’aumentare della temperatura (tra 20°C e 30 °C), anziché tramite una reticolazione chimica potenzialmente tossica. In questo modo, la fabbricazione del costrutto cellularizzato avviene in condizioni non aggressive.
Possibili Applicazioni
- Sviluppo di modelli in vitro di tessuti umani sani e patologici utili per successivi studi in vitro (ad es. analisi della tossicità/efficacia dei farmaci);
- Sviluppo di strutture cellularizzate per la rigenerazione di tessuti con tecniche di ingegneria tissutale;
- Stampa del costrutto direttamente sul tessuto leso.
Vantaggi
- Cell-friendly: reticolazione chimica post-fabbricazione opzionale;
- Self-supporting: non è richiesto materiale di supporto addizionale;
- Alta riproducibilità;
- Possibilità di incorporare farmaci/fattori di crescita;
- Stampa su tessuti esposti.